Festa della Repubblica: il discorso del Sindaco Elena Gubetti

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In occasione della Festa della Repubblica del 2 Giugno 2024 il testo integrale del discorso del Sindaco di Cerveteri Elena Gubetti.

Data:

02 giugno 2024

Tempo di lettura:

8 min

Bandiera Italiana
Bandiera Italiana

“Buongiorno a tutti e benvenuti ai festeggiamenti per il 78° anniversario della nostra amata Repubblica.


Un caloroso saluto lo rivolgo a tutte le Autorità Militari e Civili, alle Associazioni d’Arma, ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine in servizio e in congedo, alle Associazioni, alla Polizia Locale, ai volontari di Protezione Civile, a tutti i Cittadini e le cittadine intervenuti, ai Consiglieri Comunali, agli Assessori, al ViceSindaco e al Presidente del Consiglio.Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica e oggi dopo 78 anni continuare a celebrare questa data ha un valore e un significato profondo.Fare memoria dei principi che sono scaturiti dalla nascita della nostra Costituzione in cui furono sanciti come sentieri sicuri da seguire per una vita democratica, la libertà, l'uguaglianza, la pace e la solidarietà, ci consente di consolidare la nostra identità.Il 2 giugno del 46, in un solo giorno, il popolo italiano dovette affrontare una doppia sfida democratica: il referendum che chiedeva al popolo di scegliere per l'Italia la forma di governo tra Monarchia o Repubblica e l'elezione dell'Assemblea Costituente a cui per la prima volta furono candidate anche le donne, 21 delle quali, furono effettivamente elette.

Una scelta cruciale che gli italiani, reduci da un conflitto mondiale, hanno affrontato con enorme senso di responsabilità, in un contesto pienamente democratico, dove, potendo finalmente votare anche le donne, con un suffragio davvero universale, si determinò un grande cambiamento, non solo istituzionale e politico ma direi proprio anche sociale. E' giusto sottolineare che, senza l’azione delle donne, la democrazia non sarebbe mai stata davvero realizzata. Il 2 Giugno 1946 per la prima volta in Italia le Donne ebbero diritto al voto, votarono circa 13 milioni di donne e 12 milioni di uomini, pari complessivamente all'89% degli aventi diritto al voto. Quegli uomini e quelle donne che, nonostante le molteplici ferite, ancora aperte, per gli anni di conflitti interni e per il regime subito, nonostante la completa dissoluzione del paese con la distruzione materiale e morale, ebbero il coraggio di prendere in mano il proprio destino e decidere in che direzione doveva andare l'Italia. Il voto delle donne, nonostante fosse la prima volta per tutte loro vide una partecipazione straordinaria e vi leggo in proposito le parole di Tina Anselmi: “Le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!”.Quanto ancora siamo lontane dalla parità, ancora oggi la presenza delle donne nelle istituzioni e nei ruoli decisionali non è paritaria: la popolazione è in maggioranza femminile ma è rappresentata solo per circa un terzo dei parlamentari, non abbiamo mai avuto una donna come Presidente della Repubblica  e nelle Pubbliche Amministrazioni le donne ai vertici sono in netta minoranza, Cerveteri in questo scenario rappresenta qualcosa di molto speciale avendo eletto un Sindaco Donna e avendo anche un vicesindaco donna. 
 

Nonostante in questi anni siano state vinte tante battaglie per la difesa dei diritti delle donne permane ancora gravissimo il problema della violenza sulle donne, che continua ad essere esercitata nelle forme più disparate e senza alcuna tregua; ogni giorno la cronaca registra episodi che spaziano dal femminicidio all’oppressione psicologica, nonostante le leggi abbiano cercato di reprimere e arginare questo triste fenomeno che tutti dobbiamo condannare duramente. Non era certo questo che si aspettavano le donne che, con tanta emozione, hanno votato per la prima volta e non è questo quello che volevano le “madri costituenti”. Ancora oggi non si deve abbassare il livello di attenzione e dare per scontata l’acquisizione di diritti che la legge prevede, ma che possono sempre essere messi in discussione, più o meno apertamente o che possono essere negati nel loro concreto esercizio, e, oggi più che mai, si sente l’esigenza di una tutela attenta e costante dei diritti così faticosamente riconosciuti alle donne.Con il voto del 2 giugno furono poste le fondamenta per il futuro dell'Italia, scegliendo la Repubblica e l'assemblea incaricata di redigere la Costituzione, gli uomini e le donne si assunsero di fatto pienamente la responsabilità del proprio destino.

Da quel giorno, prese avvio un cammino che, grazie alla solida Costituzione che quella'Assemblea ci ha donato, ha consentito al nostro paese, nei successivi decenni, di attraversare e superare fasi estremamente difficili sul piano sociale, politico e istituzionale.Questo è il messaggio potente che il 2 giugno ci propone ogni anno. In un'epoca in cui l'affluenza ai seggi è sempre più bassa, in cui viviamo una crisi della rappresentanza, in cui i partiti politici e la politica vengono spesso screditati, in cui le discussioni si riducono sovente a liti e le scelte appaiono dettate più da posizionamenti individuali che da visioni strategiche, il 2 giugno ci stimola a tenere viva la democrazia, a dare valore alla politica. il 2 giugno ci dice che per risollevare le sorti di un paese prostrato, occorre imboccare la strada della democrazia, della politica e della partecipazione attiva.

Ma per farlo occorre che tutti noi, ciascuno nel suo ruolo, chi ha responsabilità politica o istituzionale e chi esercita i diritti di cittadinanza, ci assumiamo la responsabilità di dare valore alla politica e alla democrazia nel solco della nostra splendida Costituzione. Politica dunque come luogo di incontro e prossimità, come forma di partecipazione, di discussione, di confronto, di elaborazione di progetti e di soluzione di problemi complessi. Celebrare il 2 giugno quindi significa rinnovare il nostro impegno democratico, la nostra responsabilità di cittadini e di rappresentanti delle istituzioni, ispirati dalla nostra Costituzione, avendo sempre a cuore il futuro del nostro Paese e il bene della nostra città che deve venire prima di tutto. Diventare consapevoli che non ci sono possibilità di superare le difficoltà se non siamo capaci di remare tutti nella stessa direzione.Il 2 giugno ci ricorda che abbiamo il dovere morale di trasformare i valori della nostra Democrazia in realtà, trasformare le pagine della Costituzione in azioni, ecco il compito che spetta a tutti noi. E allora la Democrazia diventa Democrazia di tutti i giorni, diventa stimolo per la crescita della nostra Comunità.

Oggi alla parola Costituzione dobbiamo necessariamente abbinare la parola Impegno: mi rivolgo per primi ai giovani, non abbiate mai paura di guardare lontano, non rinunciate mai ai vostri sogni, vivete la vostra vita non sentendovi mai soli, la nostra Carta Costituzionale è la realizzazione concreta dei principi del nostro Paese e della nostra comunità, della vita che ogni giorno viviamo come cittadini e cittadine nella nostra città, nel nostro Stato. Fra una settimana esatta i nostri giovani potranno presentare le loro candidature per il Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, l’organo con cui potranno esprimere le loro opinioni, le loro idee, per migliorare la città in cui vivono e per essere protagonisti del suo cambiamento.
 

Un altro strumento, fra i tanti che abbiamo attivato in questi mesi,  che la nostra amministrazione ha voluto per far crescere nei nostri ragazzi il senso di responsabilità, favorendo la partecipazione attiva alla vita democratica della nostra città e aprendo a tanti pezzi della società civile che oggi possono avere un ruolo privilegiato nella vità attiva della città. Le Comunità crescono tanto più è ampia la partecipazione, il confronto, la condivisione e l'ascolto. Servono le opere pubbliche sicuramente si, ma la rete che forma il tessuto sociale quanto più è forte tanto più saprà essere pronta ad accogliere i bisogni dei più fragili e a costruire anticorpi per combattere la violenza e l'intolleranza.
Solo Così si può crescere, si alimentano i progetti, si costruiscono le relazioni in un tessuto sociale che rende la nostra Costituzione sempre più solida, una democrazia che resiste alle intemperie che hanno segnato e segnano il cammino del nostro Paese. Dalla nostra Democrazia vissuta nel fare rete, nell’unirsi, crescono e si alimentano tutte quelle realtà di volontariato e di pezzi di società civile che arricchiscono il tessuto sociale di Cerveteri.
 

Correre insieme vuol dire fare insieme azioni verso l'uguaglianza, la tolleranza e l'inclusione. Il 2 giugno con la nostra Bandiera, che oggi sventola in questa piazza con i suoi colori che sono i colori della nostra democrazia, ci ricordano che le nostre Azioni in questo viaggio che stiamo compiendo hanno grandi responsabilità verso le nuove generazioni, verso quel futuro che dipende in gran parte dalle nostre scelte di oggi.Diceva il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento : "Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno. Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. Significa garantire i diritti dei malati. Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità nazionale. Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. Significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni. Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità. Significa sostenere la famiglia, risorsa della società. Significa garantire l’autonomia ed il pluralismo dell’informazione, presidio di democrazia. Significa ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti che settanta anni fa liberarono l’Italia dal nazifascismo. Significa libertà.

Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva."C’è, in queste parole, tutto il senso della nostra Costituzione e di questa festa che oggi orgogliosamente festeggiamo. Un "giovane" testo che da 78 anni fa da guida alla Repubblica italiana. Un testo figlio della Resistenza e della Liberazione che racchiude i diritti inviolabili e i doveri inderogabili di ciascun individuo, un testo che è doveroso conoscere, custodire, proteggere, applicare. Il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani
Oggi dunque festeggiamo la democrazia, festeggiamo la politica, festeggiamo tutti gli italianiBuona Festa della Repubblica a tutte e tutti.


Viva Cerveteri Viva l’Italia Libera e Democratica”.

Ultimo aggiornamento: 02/06/2024, 12:05

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