Descrizione
Il piccolo centro di Ceri sorge su un insediamento etrusco che era certamente parte integrante dell’antica città di Caere. Il borgo, elevato a 150 metri sul mare, si presenta come un acrocoro fortificato da mura merlate. Vi si accede per una strada scavata profondamente nella roccia che sale a doppio tornante fino al centro della piazzetta dove sono visibili, ancora inglobati in una casa, i resti di un edificio in opera laterizia che testimonia la continuità di vita del sito anche in epoca romana.
Numerose le tombe etrusche rinvenute nei dintorni. La più importante, del periodo orientalizzante (VII sec.a.c.), scoperta in località Le Fornaci nel 1973, è la Tomba delle Statue, così detta per il ritrovamento di due statue scavate nel tufo delle pareti.
Cerveteri, vescovado sin dal 499, era luogo protetto dalla Santa Sede per l’importante produzione agricola, e per la sua posizione, tra la via Aurelia e la via Claudia, considerata strategica per il controllo della maremma e per la difesa dai Saraceni. In una bolla del 1231 Papa Gregorio IX citando Caere nova ne indicava l’esistenza (plebes et ecclesias) fin dal 1054. Infatti, nell’XI secolo, a causa della diffusione della malaria, l’antica Cerveteri (Caere vetus) fu abbandonata e la popolazione si trasferì a Caere Nova, l’attuale Ceri.
Risalgono alla metà dell’XI secolo anche le origini della Chiesa di S. Felice, costruita nel punto più alto dell’insediamento, presumibilmente su un santuario etrusco. Erano qui conservate fino al 1993 le reliquie del Santo Papa Felice II, martirizzato nei dintorni nell’anno 365. Nel 1854 la chiesa fu intitolata alla Immacolata Concezione. Durante i lavori di restauro del 1974 sono venuti alla luce affreschi medievali databili tra il 1100 e il 1130 e attribuibili all’attività della bottega d’arte che realizzò gli affreschi di San Clemente a Roma. Questo ciclo è un importante esempio di pittura sacra che inserisce Ceri nel programma artistico della Riforma Gregoriana.
Nel XIV secolo Ceri diviene un “forte et opolentus Castellum” della famiglia dei Normanni. Nel 1356 la proprietà va ai Bonaventura di Trastevere e nel 1428 agli Orsini di Anguillara. Nel 1503, espugnato da Valentino Borgia, il Castello subisce danni importanti anche alle mura che sono restaurate qualche anno dopo da Renzo di Ceri. Nei secoli seguenti molti proprietari si sono avvicendati: Cesi, Borromeo, Serra, fino a quando nel 1883 Alessandro Torlonia acquista il luogo dagli Odescalchi e l’antico castello è trasformato in villa con giardino all’italiana.