Borgo del Sasso

Descrizione breve
Il nome deriva dall'incombente mole di una rupe trachitica che sovrasta l'abitato da breve distanza, alle pendici della vasta formazione di Monte Santo; il picco roccioso, primo titolare del nome Sasso, è chiamato dagli abitanti "Scoglio di Sant'Antonio" o anche "Il Monte" e conserva scarsi resti di murature antiche risalenti al XII secolo

Piazza del Sasso
Piazza del Sasso

Descrizione

L’antica frazione, distante circa 12 km da Cerveteri, è posta a circa 310 metri s.l.m., alle falde del Monte Santo. Il nome della località molto probabilmente deriva dalla famiglia dei Sassoni (Sax), discesi nel Lazio, al seguito dell’imperatore tedesco Ottone, verso l’anno Mille.

La strada panoramica è in continua salita e lambisce i cosiddetti Sassoni di Furbara, grandi picchi rocciosi che per la loro conformazione e il colore sembrano delle vette dolomitiche. Sulla cima di uno di essi era situato il castello del Sasso. Appartenuto nel 1233 a Ranione della Tolfa e successivamente a Riccardo di Galeria, il Sasso passò successivamente ai Venturini, alla famiglia Stefaneschi e poi ai Crescenzi. Infine, le continue incursioni saracene portarono all’abbandono del castello.

Oltre alle rovine medievali sono presenti tracce di insediamento etrusco, e resti di strutture murarie di epoca romana.

Al suggestivo borgo medievale, si accede attraverso una porta merlata. Sulla piazza, pavimentata con mattoni disposti a spiga di grano si affaccia il palazzo fortificato, eretto dai Marchesi Patrizi nel 1552 dopo l’acquisto del feudo dalla Santa Sede e la Chiesa di Santa Croce, risalente al 1500 che ha al suo interno affreschi del XVI sec..

Sull’enorme rupe sovrastante il borgo si conservano ancora i ruderi dell’eremo dei frati seguaci di S.Antonio. il territorio del Sasso è ricco di testi monianze storiche. In località Pian Della Carlotta si trova il complesso termale delle “Acque Cerette”, in epoca romana particolarmente rinomato per le sue acque sulfuree. Le terme fungevano anche da sosta per i legionari romani di ritorno dalle campagne belliche, i quali erano obbligati ad una specie si quarantena per ristorarsi e per depurarsi da eventuali malattie contratte in guerra.

Al neolitico medio risale una scoperta presso la Grotta Patrizi, utilizzata come luogo di sepoltura per sette deposizioni. Un intero vano è riservato ad un unico personaggio che mostra di essere stato sottoposto ad un intervento di trapanazione cranica, con un accennato processo di cicatrizzazione, che lo fa risultare sopravvissuto per alcuni giorni. L’interessante corredo funebre è conservato nel Museo Pigorini di Roma.

Modalità di accesso

Ingresso libero

Indirizzo

Borgo del Sasso

Via Sasso Manziana, 00052
Frazione del Sasso

Ultimo aggiornamento: 21/02/2024, 10:11

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